Saturday, May 21, 2011

Una nota su Fernando Pessoa


Si dice che un poeta, per esser grande, deve anticipare, precorrere i tempi in virtù delle sue illusioni divinatorie ma un poeta come Fernando Pessoa non precorre né vuol preannunciare nulla, anzi, proprio perché incapace di farsi araldo di alcunché, accoglie in sé altre anime capaci, a suo modo, di esprimere più significati di quanti ne siano possibili ad una sola vita. Tra le sue pagine Pessoa definisce se stesso come «una sola moltitudine», egli è Fernando, ma anche Alberto Caeiro, Alexander Search, il signor Crosse, insieme a tanti altri, e da bambino, nel suo primo eteronimo, nomina se stesso con l’attributo di Chevalier de pas, quasi un eco dell’ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, l’antico paladino di Spagna in lotta contro i noti mulini a vento. Pessoa rappresenta – e allo stesso tempo nega – l’essenza contraddittoria del suo secolo: egli, come altri in seguito, non vuol essere coinvolto nel turbine del mondo e vorrebbe, come il suo eteronimo Bernardo Soares nel Livro do Desassossego, solo restare alla finestra contemplando, non necessariamente dall’alto, le forme colorate e la vita che le strade di Lisbona intersecano con lucenti abilità di colori e profumi. È anche per la sua grande capacità di vivere le vite che si nascondono nella vita che la scrittura di Pessoa riesce a trasportare il lettore dentro i suoi universi fatti di strade, balconi, luci e viaggi dentro l’anima del poeta. Pessoa è capace di far respirare l’aria della stanza dalla cui finestra il suo eteronimo Bernardo contempla le strade di Lisbona. Di Pessoa sappiamo pochissimo e di lui abbiamo rischiato di perdere tutto. Da vivo pubblicò un solo libro e conservò i suoi manoscritti in un baule la cui storia è ancora tutta da raccontare. Sappiamo che Pessoa era un uomo apparentemente tranquillo, una figura dell’inquietudine: scriveva perché non poteva fare altrimenti, vivendo del magma della sua arte in cui ogni nuova coscienza partorita non si riconosce mai uguale a se stessa. Fernando non trascorreva le ore sulle pagine affinché gli dessere dell’argento, ma consumava matite e inchiostro perché ignorava un modo diverso, o migliore, per fronteggiare il riflesso cangiante delle vite dentro la vita.

Nella scrittura di Pessoa e nei suoi eteronimi c’è il riflesso che il suo secolo proietta nelle anime sensibili; c’è il senso di tante disperazioni e la contrapposizione ad una realtà da cui si ritiene estraneo. Forse Pessoa rappresenta il Novecento più e meglio di altri autori perché, con il suo sottrarsi al caotico ballo, ne mostra le innumerevoli falsità e inconcludenze che trascinano i loro piedi pesanti fin nel nostro secolo. Fernando ha rischiato di trovarsi tra le pagine della storia mai scritta, sarebbe bastato veramente poco perché perdessimo tutto di lui, ma oggi egli è qui e sorride ancora di un tempo che cerca negli uomini meno di quanto essi possano dare o dire.



(Sergio Caldarella)

Testo parzialmente pubblicato sul quotidiano «La Stampa»).

Tuesday, May 10, 2011

Nature


Nature is what cannot be changed.
(Dr. Divago)

Monday, May 9, 2011

Eternity


The eternity

is just not here.

Sunday, May 8, 2011

Just a chance


Prophets, poets, philosophers, real scientists don’t fight against the majorities; they just give them a chance.
(Dr. Divago, 2011)



Saturday, May 7, 2011

The Sickness Unto Death


Sören Kierkegaard in The Sickness Unto Death (reference to the eleventh chapter of the Gospel of John, in which Jesus raises Lazarus from the dead), talks about the three forms of despair, and the first stage of despair is “not being conscious of having a self” (the other two are: “not willing to be oneself, but also despair at willing to be oneself”) but, to the masters of wisdom, enlightenment is just “being conscious of not having a self”.

Thursday, May 5, 2011

Sometimes simplicity is just what is lost in madness…

Some people, are nowadays still raking over the cold fusion mythology, claiming that they can generate energy by a so called nickel/hydrogen nuclear reaction or pile… seems that this people they still haven’t heard the old Einstein’s quip that “A good joke should not be repeated too often.”

In brief: “The Focardi-Rossi approach considers this shielding a basic requirement for surpassing the Coulomb barrier between the hydrogen nuclei (protons) and the Nickel lattice nuclei, resulting into release of energy, which is a fact, through a series of exothermic nuclear processes leading to transmutations, decays, etc.”

A est… 10,000.0 watts power of cell
B est… 1.0 hours est. demo time
C def… 3,600.0 J/Wh
D = A*B*C 36,000,000.0 J (joules) power produced
E def… 1.60E-19 J/eV
F = C/D 2.25E+26 eV power in eV produced
G PER Nucleon:
H def… 511,000.0 eV per positron
I est… 727,000.0 eV per K-shell e-capture
J est… 103,000.0 eV per dynamics
K = sum 1,341,000.0 eV (sum) est. from physics
L = F/K 1.68E+20 num transmutations req'd.
M est… 1.0 kg est nickel mass
N def… 6.02E+23 num avogadros num
O def… 63.5 mol-g for nickel
P = 1000*M*N/O 9.49E+24 atom/kg
Q = L/P 1.77E-05 ratio fraction of Ni transmuted
R =… 17.7 ppm same, in part/million


Their major claim is therefore that they are going to be able to produce “large amounts of energy by a nuclear fusion process between nickel and hydrogen, occurring below 1000 K” http://newenergyandfuel.com/http:/newenergyandfuel/com/2011/03/09/updating-the-rossi-focardi-cold-fusion-reactor/


In their cumbersome approach they claim, among other things, that in the experiment the energy is released from the hydrogen nucleus binding into the nickel. Unfortunately On the other hand every College student is aware that there is no known matter in the universe with binding energy higher than 8.7946 MeV/nucleon (which is the case for 62Ni). As far as we know there is nothing higher! The energy from the so called Nickel/Hydrogen cold fusion reaction would not enough to lead to an extra proton being bound in with an atom where the nucleons have av. 8.7 MeV binding energy! So there is no way that a 62Ni nucleus could be transformed exothermically into anything!

In simple terms:
Isotopic mass of nickel-62 N(n) = 61.9283451(6) u
Isotopic mass of hydrogen-1 H = 1.00782503207 u
Sum: 62.9361701

But sometimes simplicity is just what is lost in madness…

Wednesday, May 4, 2011

I pericoli della democrazia


Forse, come vogliono molti suoi critici, il concetto di democrazia, almeno nelle sue manifestazioni attuali, è davvero un’idea perniciosa e magari, giudicando dai fatti, nessun concetto è mai stato, sul lungo periodo, tanto pericoloso ai fini della sopravvivenza della nostra specie. Come non fidarsi allora del grande Platone quando fa di tutto per metterci in guardia da quest’idea? Certo, oggi più che mai si sono escogitati pseudoantidoti alle idee del grande Greco e allora gli si contrappongono libracci tanto raffazzonati quanto celebrati in cui lo si chiama “nemico della società aperta” e altre cosucce. Chiaramente un attento lettore dei Dialoghi sorride di quest’ennesimo vituperio che la vile modernità vuole imporre alla grandezza attraverso i crismi della sua piccolezza. La ragione del sorriso da parte di un conoscitore dell’opera di Platone è data dal fatto che, già a suo tempo, accusarono il sublime maestro Socrate di voler corrompere la gioventù di Atene e schernire gli dèi della polis, così l’accusa di nemico di una società falsamente aperta che riecheggia oggi nei confronti del discepolo appare ancor più insensata e banale, persino nella sua rozza mancanza di originalità. Denigrare una mente eccelsa significa solo affermare qualcosa sulla propria piccolezza. Quando si parla di menti eccelse bisogna temere le parole ardite, perché dicono su noi stessi molto più di quanto crediamo. Chi ha la scempiaggine di proclamare frasi del tipo “Einstein era uno sciocco” in realtà, per le orecchie di chi sa ascoltare, sta solo dicendo “io sono un cretino”. Gilles Deleuze lo dirà benissimo durante un colloquio: «La fisima degli uomini di oggi è di non saper ammirare nulla: o sono “contro”, o situano tutto al proprio livello, mentre chiacchierano e giudicano di tutto. Questo non è il modo di procedere. Si deve procedere sulla via a ritroso, verso quei problemi che un autore di genio ha posto, tutta la strada all’indietro su quello che non dice in quello che dice, al fine di estrarre qualcosa che appartiene ancora a lui, anche se lo si rivolta contro di lui. Devi essere ispirato, visitato dai geni che denunci». Nell’epoca dell’idiocrazia globale, e dunque nell’epoca del giudizio di tutti, la pesantezza di queste frasi non si fa sentire come dovrebbe. In democrazia del resto non sono le idee migliori quelle che si impongono, ma le più votate ergo i concetti più semplici, diluiti, comuni e, in un certo modo, claudicanti. Eppure quando si pensa di mettere ai voti “l’idea migliore” o il libro più degno di questo o quel premio non si pensa neppure per un attimo che se nel loro tempo avessero esposto al ludibrio del plebiscito le idee di Cristoforo Colombo, Copernico o Galilei (la triade degli eretici) questi ne sarebbero usciti molto male e nessuno sarebbe mai partito per gli oceani o alzato davvero gli occhi al cielo. Ma il cinismo del bruto e il qualunquismo del vile sono ormai assurti a verità universali che, a solo metterle in dubbio, si finisce tra le schiere degli eretici e degli esiliati. Oggi si dice anche “selling your ideas” che è, poi, l’esatto contrario dell’antico motto dell’Aquinate: bonum est diffusivum sui, ma ad un’epoca perduta nella follia della hybris come si può avere l’ardire di parlare del bene.



© Sergio Caldarella, 2011

Monday, May 2, 2011

The writer, not even a story.


To write a good page you need at least a friend and a naked woman, lot of lies and lot of booze. You have to walk through fire with minor burnings, or jump from a cliff without breaking your legs; find a rose and don’t take it; being able to feel the breeze in the hottest desert and the warm of a summer night even in the mid of a Midwest winter. If you’re a writer you can, probably is the only thing you really can. You see through things, that’s what writers do. You have eyes capable of seeing through time and people and you’re able to let it go. All you really need is a dirty room at the end of the world with a “do not disturb” sign in red letters hanging in front of the door. You have to write and then forget what you wrote, forget even yourself, and then you’ll start to remember.



© Sergio Caldarella, 2011