Monday, December 31, 2012

La traccia delle lucciole


Trovare un significato vuol anche dire accedere a nuove visioni, scoprire nuove porte dove si credeva vi fossero solo mura e filo spinato. L’incapacità di accorgersi delle tante chiavi del significato avvolge il mondo in una luce oscura da cui non traspare nessuna vita. Rigida e ferma nel vuoto è l’esistenza che non contempla e non afferra lo svolazzare delle farfalle che si librano dalle rose del vero. Se ogni nuovo significato è una nuova porta, allora ogni nuovo pensiero è una nuova chiave. Così, accanto all’andare del mondo, c’è anche l’andare del tempo e scindere la vita dal suo trascorrere significa perderne le chiavi.

Tutto ciò che è nel colore contiene anche la luce, come tutto ciò che è nel bello contiene anche l’amore. La porta non può essere scissa dalla sua chiave e l’abbraccio non sa come tollerare l’assenza dell’amata. Troppo si perde giudicando il mondo solo dal suo apparire: per vedere davvero bisogna dapprima saper imparare a guardare.

Chi disconosce i ricami delle libellule sulle acque non può intendere la lingua dell’intangibile e delle combinazioni tra gli eventi, né leggere attraverso le coincidenze di cui è prodigo lo spartito della vita. Chi aspetta e pensa di sapere cosa aspettarsi ancora non sa cosa aspetta. Infiniti sono i sentieri della sera, ma una sola è la traccia lasciata dalle lucciole.

(Tratto da: Sergio Caldarella, La traccia delle lucciole, in “Poetando. Rassegna di autori contemporanei per il nuovo anno a cura di G. Franti”, Roma 2012, p. 97)