Saturday, November 24, 2012

Capre, cavoli e pappagalli


 
 
 
 
Il 18 novembre 2012 il docente universitario Piergiorgio Odifreddi ha pubblicato, sul blog di Repubblica, un commento in cui accusava lo Stato d’Israele di essere “Dieci volte peggio dei nazisti”. L’articolo è stato cancellato il giorno dopo dalla redazione (ancora visibile su: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/20/repubblica-cancella-post-di-odifreddi-lui-lascia-meglio-fermarsi/419844/) dando adesso al professorino anche l’opportunità di atteggiarsi a martire della libertà. Quanto ha scritto Odifreddi, pur non essendo nuovo né originale, tratta dei soliti preconcetti triti e ritriti pappagallescamente ripetuti, da tempo, in certi ambienti ideologizzati, in circoli e bar di estrema destra o di estrema sinistra, con l’aggiunta di un flair pseudointellettuale che rende l’argomentazione ancor più insidiosa. Singolare coincidenza che, quando si tratta di Israele, estrema destra ed estrema sinistra tendano quasi sempre ad incontrarsi. Un tizio il quale insegna logica in questa e quella università dovrebbe, almeno in teoria, avere una certa dimestichezza proprio con quella logica di cui ama fregiarsi, almeno quella elementare. Eppure, nel suo commento di neppure una pagina, sprofonda invece in paralogismi e non sequitur a tutto tondo. Partiamo dalla comparazione con cui l’Odifreddi discetta di “logica nazista delle Fosse Ardeatine”. Se uno ci pensa un attimo, e magari non scrive come parla, si accorge che nell’eccidio delle Fosse Ardeatine non c’è proprio nessuna “logica”, ma si tratta di una rappresaglia criminale nazi-fascista e basta (è necessario ricordare che furono anche i fascisti a mettersi a disposizione dell’invasore). Nella rappresaglia non c’è e non c’è mai stata alcuna “logica” se non quella parlata, caro professorino di logica! Nell’eccidio delle Ardeatine, così come in ogni altro crimine, c’è sicuramente una forma mentis brutale ed una mostruosa determinazione criminale, ma questa non ha una “logica”, né l’ha mai avuta nella storia. L’orrore ha il solo volto dell’orrore sia esso follia o umana abiezione. Il fatto che, a posteriori, si studi l’orrore attraverso metodi logici e sistematici, non significa, né implica, che l’orrore abbia una logica per se. Uno dei primi doveri degli uomini di logica, anche quelli che insegnano per concorso pubblico, dovrebbe proprio esser quello di chiarire e non di confondere.
E’ comprensibile come nel linguaggio parlato si possano utilizzare in maniera interscambiabile termini quali “utile”, “profitto” o “guadagno”, ma se un contabile dovesse mettere in un bilancio “profitti” e “utili” come se fossero la stessa cosa, andrebbe dritto in galera, allora perché uno che la logica la dovrebbe insegnare può utilizzare questo termine e le sue comparazioni possibili in maniera talmente disinvolta ed erronea? Ma andiamo oltre: le maestre di una volta spiegavano che non si devono mettere insieme capre e cavoli, ma forse il Nostro geniaccio preclaro e precocissimo non era particolarmente attento a quello che gli dicevano le povere maestre né ad ogni altra osservazione di semplice ragionevolezza. Ad un certo punto di questa sua fulgida carriera accademica avrebbe però dovuto imparare che la comparabilità tra incomparabili è proprio uno dei vizi di ragionamento più elementari, uno dei tanti idola con i quali si intrattengono oggi in molti.

Nel suo pesante bagaglio di vecchie nozioni il professorino tiene anche la lex talionis (occhio per occhio dente per dente), quale principio di reciprocità letterale ed assoluto! Sembra che il Nostro sia rimasto concettualmente fermo ai tribunali dell’Inquisizione ed al catechismo tridentino! Al poveretto, nonostante il suo solito vaneggiare antiteologico, non sarà forse capitato di leggere qualche commento biblico contemporaneo, non avrà mai sentito parlare del metodo storico critico né gli sarà capitato di ascoltare la conferenza di qualche rabbino che gli avrebbe magari potuto spiegare che questo principio biblico, tra gli altri, non può esser letto in maniera brutalmente letterale, ma si trova forse più vicino al redde rationem che non all’accecamento dei contendenti. Ma anche queste sono sottigliezze che non possono che sfuggire ad una mente talmente acuta e capace di elevarsi così al di sopra del mondo da non vederlo più e scorgervi, in vece, solo il suo faccione onnipossente che discrimina tra bene e male come se fossero giocattoli nelle mani dell’arbitrio dell’ego. Ma questo è un vizio che appartiene profondamente alla hybris contemporanea e Odifreddi, come altri, fa di questa hybris una bandiera di verità ed una misura di vita.

Il titolo dell’articolo è: “dieci volte peggio dei nazisti” e perché proprio dieci volte? Sarà stata una scelta del redattore notturno di Repubblica preso da un colpo di sonno? Ma perché non cinque, quindici, centottanta o quarantadue? Ancora il linguaggio parlato? Solo perché abbiamo dieci dita e viviamo in un sistema decimale e allora il dieci ci appare come un bel numero? Per uno che si dice matematico queste osservazioni dovrebbero avere senso e non dovrebbe sparare numeri e concetti a caso. Per uno che si dice matematico...

Nessuna mente capace di leggere la storia e non obnubilata da pregiudizi antichi metterebbe mai insieme, razionalmente, eventi come la Shoa ed un’operazione militare, per quanto tale intervento possa non piacergli. Dissentire non significa oltraggiare almeno due volte la memoria delle vittime di uno tra i più mostruosi crimini della storia. Con una mano oltraggia le vittime e con l’altra oltraggia i sopravvissuti perché, se il professorino ricorda bene la storia, saprà che la costituzione dello Stato d’Israele è, purtroppo, anche una conseguenza di quel genocidio in cui si provò a sterminare per intero gli ebrei d’Europa!

Fortunatamente la storia non si fa con le passioni, ma con la comprensione, mentre la cronaca la fanno proprio questi signori imbellettati e imbevuti di mezze certezze. Magari uno di questi giorni il nostro professorino proporrà una ristampa anastatica dei Protocolli o una riedizione di certi numeri dello Stürmer, tanto per non farsi mancar nulla. Oggi, del resto, per credersi bravi, basta solo ripetere quello che tutti gli altri ripetono. Oltre alla sua volgarità morale e razionale il fatto forse più strabiliante dell’intero articolo di Odifreddi è che a questo signorino non solo gli fanno insegnare logica, ma viene anche considerato come uno tra quelli capaci! Non voglio proprio provare ad immaginare cosa saranno quelli meno capaci...