Lettera ai
governanti indirizzata alle orecchie dei governati.
di
Sergio Caldarella
Milan Kundera
Egregi governanti,
continuate pure a calpestare il cittadino ed a sottrargli la
libertà, la qualità e la profondità del vivere, in nome di una vaga finzione di
legalità sostenuta da arbitrarie supposizioni pseudoscientifiche e da
un’immagine mediatica della tutela della salute, paternalistica e falsa,
utilizzata come pretesto per sottrargli, alla fine, anche quel poco di dignità
che ancora gli avevate lasciato.
Continuate, perché state apparecchiando il vostro tribunale nei
saloni della storia che sarà con voi impietosa ma giusta. Assisi sui vostri
scranni parlamentari violentati e serrati nelle vostre aule consiliari avete
reso questi luoghi della democrazia infetti con l’antica malattia del tiranno:
sembrate nuovi, agghindati alla moda, moderni, democratici ed a volte persino
veri, ma siete invece antichi rigurgiti della vecchia tirannide che, da
millenni, opprime gli esseri umani tutti per garantire i privilegi e gli
arbitri di pochi. Avete messo in scena una farsa planetaria per aumentare il
vostro potere a discapito della libertà e della legalità. Avete terrorizzato e confuso
i cittadini, li avete strapazzati, avviliti e annichiliti nella paura,
rendendoli incapaci di guardare al mondo se non attraverso gli occhiali della
finzione che gli vengono saldati sul naso da poche centinaia di vili cialtroni asserragliati
nelle redazioni e nelle camere di regia in cui si costruiscono narrazioni
abbacinanti ed apocalittiche.
A questo povero Cristo che è ormai il cittadino inchiodato sulla
croce della modernità avete, ancora una volta, tolto la libertà insieme alla
dignità. Tramite una congegnata serie di vili arguzie e manipolazioni siete
stati di nuovo capaci di farlo diventare poca cosa e, per ogni oncia di verità
e indipendenza che gli avete sottratto, vi siete abbuffati a piene mani alle
sue spalle ed a sue spese.
Non fate però nulla di nuovo, lo fate solo meglio di altri prima
di voi, ma non perché siete più bravi o meno brutali, questo no, questo mai. È
solo che lo sviluppo storico e dei mezzi tecnologici vi ha insegnato che,
invece di bastoni, carote e baionette, potevate utilizzare una violenza ben più
sottile, prendendo gli individui sotto la vostra cappa fin dalla più tenera
età, crescendoli e indirizzandoli come volevate e trasformandoli, da esseri vivi
e liberi, in strumenti assoggettati nelle mani dell’apparato, fino al punto in
cui vi abbracciano ed applaudono proprio quando, nel togliergli il fiato, gli
dite che lo fate per loro e magari ripetete, come quei frati dell’inquisizione,
che fa più male a voi che non a loro. Così facendo, con questa sottigliezza perversa
e maligna, avete portato la lotta per la democrazia proprio al centro di questa:
il vecchio trucco del cavallo di legno portato volontariamente dagli assediati nel
centro della loro città. Violando la cittadella della democrazia siete riusciti
ad assediare la libertà dal suo interno, confondendo le menti e le anime al
punto in cui, come il contadino che alleva l’agnello per togliergli il latte e,
alla fine, anche la carne e la pelle di dosso, potete ogni tanto dare
all’animale in gabbia una carezza sulla testa e farvi belli fingendo di essere
altro da ciò che siete, perché la povera bestiola incosciente non conosce la violenza
che si nasconde in quella carezza apparentemente innocua, non sa che quella è
la stessa mano che reggerà il coltello da macello.
Grazie ad una lunga serie di artifizi e di modalità di controllo,
siete riusciti a rendere il cittadino simile al povero animale nella stalla
ormai ignaro del destino che lo aspetta sotto il vostro giogo. Se non foste
degli esseri inguardabili, ingiustificabili, volgari oltre ogni limite e
radicalmente disumani, vi si potrebbe anche concedere un sonoro chapeau!