La conduttrice Milena Gabanelli, in
una recente trasmissione televisiva del 17 aprile 2019, “spiegando” la Brexit, ha
citato un sacco di numeri riguardanti l’esportazione dall’Italia verso il Regno
Unito, senza però aggiungere alcunché sulla differenza tra ricchezza e reddito
lavorativo che avrebbe indubbiamente aiutato gli spettatori a capire meglio il
problema. Nel suo commento televisivo di pochi minuti, la ben documentata signora
diceva che, fino ad ora, circa 109 milioni di bottiglie di spumante ed altri
beni per anno sono stati venduti dall’Italia verso l’Inghilterra ed uno dei
risultati della Brexit sarà anche l’aumento dei dazi su queste vendite, magari provocandone
una riduzione, etc. Quello che però la conduttrice dimenticava completamente di
osservare è che del profitto derivato da queste vendite, soltanto
un’infinitesima parte finisce già nel reddito di coloro che materialmente
producono questi beni, dunque non si capisce perché il costo derivato
dall’incremento dei dazi dovrebbe essere naturalmente
trasferito a coloro che ne traggono il beneficio minore. Sarebbe come dire che,
in una famiglia o in un gruppo di amici si trovano seduti a tavola a mangiare
una grossa torta al cioccolato, vi sono dieci persone alle quali viene tagliata
una singola piccola fetta da dividere tra loro, mentre al capotavola e ad un
suo pasciuto amico spetta tutto il resto del dolce; quando, però, un pezzettino
di quella torta cade per terra per errore e non può più essere mangiata, allora
l’equivalente della parte mancante verrà detratto dalla già piccola fetta che era
destinata alle dieci persone e non dal grosso pezzo di torta rimanente per il
capotavola. Che situazione vi sembra mai questa?
L’eventuale
aumento dei dazi non dovrebbe essere motivo d’impoverimento per chi sta alla
base del processo di produzione poiché, in primo luogo, questi non ne trae già il
maggior profitto, ma solo una minima parte riassunta nel reddito lavorativo.
Quello che la signora presentatrice però non racconta è che coloro i quali
traggono, invece, il maggior profitto da queste vendite, manterranno stabile la
quota dei loro utili, trasferendo il costo di questi incrementi dei dazi a chi
sta alla base del meccanismo di produzione. In realtà non è che dalla Brexit l’Italia
ci guadagna di più o di meno in termini assoluti, quelli che ci perderanno
saranno però sempre i soliti che stanno in basso nella piramide oligarchica,
ossia quelli che ci perdono sempre. La storia è vecchia, ma almeno una volta se
ne parlava in maniera propria.