Monday, April 22, 2019

Brexit: ricchezza e reddito lavorativo.

La conduttrice Milena Gabanelli, in una recente trasmissione televisiva del 17 aprile 2019, “spiegando” la Brexit, ha citato un sacco di numeri riguardanti l’esportazione dall’Italia verso il Regno Unito, senza però aggiungere alcunché sulla differenza tra ricchezza e reddito lavorativo che avrebbe indubbiamente aiutato gli spettatori a capire meglio il problema. Nel suo commento televisivo di pochi minuti, la ben documentata signora diceva che, fino ad ora, circa 109 milioni di bottiglie di spumante ed altri beni per anno sono stati venduti dall’Italia verso l’Inghilterra ed uno dei risultati della Brexit sarà anche l’aumento dei dazi su queste vendite, magari provocandone una riduzione, etc. Quello che però la conduttrice dimenticava completamente di osservare è che del profitto derivato da queste vendite, soltanto un’infinitesima parte finisce già nel reddito di coloro che materialmente producono questi beni, dunque non si capisce perché il costo derivato dall’incremento dei dazi dovrebbe essere naturalmente trasferito a coloro che ne traggono il beneficio minore. Sarebbe come dire che, in una famiglia o in un gruppo di amici si trovano seduti a tavola a mangiare una grossa torta al cioccolato, vi sono dieci persone alle quali viene tagliata una singola piccola fetta da dividere tra loro, mentre al capotavola e ad un suo pasciuto amico spetta tutto il resto del dolce; quando, però, un pezzettino di quella torta cade per terra per errore e non può più essere mangiata, allora l’equivalente della parte mancante verrà detratto dalla già piccola fetta che era destinata alle dieci persone e non dal grosso pezzo di torta rimanente per il capotavola. Che situazione vi sembra mai questa?
L’eventuale aumento dei dazi non dovrebbe essere motivo d’impoverimento per chi sta alla base del processo di produzione poiché, in primo luogo, questi non ne trae già il maggior profitto, ma solo una minima parte riassunta nel reddito lavorativo. Quello che la signora presentatrice però non racconta è che coloro i quali traggono, invece, il maggior profitto da queste vendite, manterranno stabile la quota dei loro utili, trasferendo il costo di questi incrementi dei dazi a chi sta alla base del meccanismo di produzione. In realtà non è che dalla Brexit l’Italia ci guadagna di più o di meno in termini assoluti, quelli che ci perderanno saranno però sempre i soliti che stanno in basso nella piramide oligarchica, ossia quelli che ci perdono sempre. La storia è vecchia, ma almeno una volta se ne parlava in maniera propria.