Saturday, August 15, 2020

 

Lettera ai governanti indirizzata alle orecchie dei governati.

 

di

Sergio Caldarella

 

                          Stalin dice: «Questa si chiama la fine di un sogno!                              Un giorno tutti i sogni finiscono. È inaspettato  quanto inevitabile.»

                                                      Milan Kundera                         

 

     Egregi governanti,

 

     continuate pure a calpestare il cittadino ed a sottrargli la libertà, la qualità e la profondità del vivere, in nome di una vaga finzione di legalità sostenuta da arbitrarie supposizioni pseudoscientifiche e da un’immagine mediatica della tutela della salute, paternalistica e falsa, utilizzata come pretesto per sottrargli, alla fine, anche quel poco di dignità che ancora gli avevate lasciato.

 

     Continuate, perché state apparecchiando il vostro tribunale nei saloni della storia che sarà con voi impietosa ma giusta. Assisi sui vostri scranni parlamentari violentati e serrati nelle vostre aule consiliari avete reso questi luoghi della democrazia infetti con l’antica malattia del tiranno: sembrate nuovi, agghindati alla moda, moderni, democratici ed a volte persino veri, ma siete invece antichi rigurgiti della vecchia tirannide che, da millenni, opprime gli esseri umani tutti per garantire i privilegi e gli arbitri di pochi. Avete messo in scena una farsa planetaria per aumentare il vostro potere a discapito della libertà e della legalità. Avete terrorizzato e confuso i cittadini, li avete strapazzati, avviliti e annichiliti nella paura, rendendoli incapaci di guardare al mondo se non attraverso gli occhiali della finzione che gli vengono saldati sul naso da poche centinaia di vili cialtroni asserragliati nelle redazioni e nelle camere di regia in cui si costruiscono narrazioni abbacinanti ed apocalittiche.

 

     A questo povero Cristo che è ormai il cittadino inchiodato sulla croce della modernità avete, ancora una volta, tolto la libertà insieme alla dignità. Tramite una congegnata serie di vili arguzie e manipolazioni siete stati di nuovo capaci di farlo diventare poca cosa e, per ogni oncia di verità e indipendenza che gli avete sottratto, vi siete abbuffati a piene mani alle sue spalle ed a sue spese.

 

     Non fate però nulla di nuovo, lo fate solo meglio di altri prima di voi, ma non perché siete più bravi o meno brutali, questo no, questo mai. È solo che lo sviluppo storico e dei mezzi tecnologici vi ha insegnato che, invece di bastoni, carote e baionette, potevate utilizzare una violenza ben più sottile, prendendo gli individui sotto la vostra cappa fin dalla più tenera età, crescendoli e indirizzandoli come volevate e trasformandoli, da esseri vivi e liberi, in strumenti assoggettati nelle mani dell’apparato, fino al punto in cui vi abbracciano ed applaudono proprio quando, nel togliergli il fiato, gli dite che lo fate per loro e magari ripetete, come quei frati dell’inquisizione, che fa più male a voi che non a loro. Così facendo, con questa sottigliezza perversa e maligna, avete portato la lotta per la democrazia proprio al centro di questa: il vecchio trucco del cavallo di legno portato volontariamente dagli assediati nel centro della loro città. Violando la cittadella della democrazia siete riusciti ad assediare la libertà dal suo interno, confondendo le menti e le anime al punto in cui, come il contadino che alleva l’agnello per togliergli il latte e, alla fine, anche la carne e la pelle di dosso, potete ogni tanto dare all’animale in gabbia una carezza sulla testa e farvi belli fingendo di essere altro da ciò che siete, perché la povera bestiola incosciente non conosce la violenza che si nasconde in quella carezza apparentemente innocua, non sa che quella è la stessa mano che reggerà il coltello da macello.

 

     Grazie ad una lunga serie di artifizi e di modalità di controllo, siete riusciti a rendere il cittadino simile al povero animale nella stalla ormai ignaro del destino che lo aspetta sotto il vostro giogo. Se non foste degli esseri inguardabili, ingiustificabili, volgari oltre ogni limite e radicalmente disumani, vi si potrebbe anche concedere un sonoro chapeau!

 

(Tratto da: Sergio Caldarella, Lettera ai governanti indirizzata alle orecchie dei governati, Il Pungolo, 15 agosto 2020).