Thursday, February 2, 2017

Può una cultura censoria dirsi ancora cultura?

Offro, qui di seguito, il testo di un commento recentemente soggetto a censura preventiva da parte dei signori che gestiscono e dirigono il “TreccaniChannel”. Il commento è stato da me inserito, ma censurato, nel video su YouTube di cui riporto il link. Lascio ai lettori il giudizio in proposito. Aggiungo soltanto che sono tempi tragici ed oscuri quelli in cui signorotti in livrea con anima da censori, lontani dal sapere e capaci solo di belle parole, si arrogano la toga della cultura a cui sono, invece, completamente indifferenti ed estranei mentre hanno, invece, tetre maschere da inquisitori rivelate dai loro piccoli atti.



Qui di seguito il testo del commento censurato dal TreccaniChannel: 

Gentili signori relatori, questo è purtroppo un discorso lungo che non si può fare in breve ma, in una vita interrotta tragicamente come quella di Aldo Moro, come si fa a non partire dalla fine? Da quella che in questo video viene artatamente e soporiferamente definita come “l’ipnosi del sequestro”? Che significa, poi, “lasciare fuori dalla porta le interpretazioni”? C’è da chiedersi per quale curiosa ragione, di cui, però, si possono intuire gli intenti, il dibattito sul caso Moro sia stato trasformato in una vicenda sulla quale esprimere dubbi legittimi, o far cenno a chiarezze investigative relative alla vicenda del sequestro e dell’esecuzione, divenga un atteggiamento “al limite”, da evitare in certi discorsetti “da salotto buono”. In questa lunga conferenza non si fa nessuna menzione, ad esempio, ai recenti scritti del Procuratore Ferdinando Imposimato, all’epoca giudice istruttore incaricato delle indagini sul sequestro e l’uccisione di Moro. Il dr. Imposimato dichiara oggi apertamente che “L’uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri”. Come si fa, escludendo tutti gli altri discorsi e misteri che circondano la vicenda, dal ruolo della criminalità organizzata romana (banda della Magliana), alla dichiarazione di Cutolo fino alla testimonianza dell’artificiere Vitantonio Raso, a non considerare o menzionare quantomeno dichiarazioni di tal peso come quella del procuratore che si è occupato dell’inchiesta? Boh! Una simile operazione ideologica è, del resto, già stata compiuta qui negli Stati Uniti riguardo all’assassinio del Presidente Kennedy e nei confronti di chiunque abbia da obiettare alle fantasiose teorie della commissione Warren. Come al solito, non facciamo altro che scopiazzare quello che è stato già fatto e collaudato dal cane più grosso.
E questo signor Zanda (capogruppo al Senato della Repubblica, Partito Democratico!), che dice che sulle stragi sappiamo quasi tutto? Ma da dove lo hanno tirato fuori, da un fumetto di Tiramolla, Provolino o dal Corriere dei Piccoli? Oppure è semplicemente uno dei tanti “renziani” che ormai circolano tra Camera e Senato? Ossia uno che vive a suo agio nel mondo delle realtà alternative.
Mieli, poi, è da tempo che è meglio lasciarlo perdere: dice che noi non sappiamo se c’entrava Kissinger, mentre lo stesso Moro, nelle lettere dalla prigionia, faceva intendere di pensare che Kissinger c’entrasse eccome! Anche il parallelo che fa il Mieli tra l’intervento estero americano negli anni ’70 ed oggi è qualcosa che non sta da nessuna parte. Questo è revisionismo storico culturale o disinformazione bella e buona. Meraviglia parecchio che Canfora si sia prestato ad una tale operazione ed abbia anche taciuto di fronte a queste corbellerie, magari non vuole contrariare il presidente della RCS Libri o altri astanti. O, forse, questo suo atteggiamento non dovrebbe meravigliare, non saprei, si capisce soltanto che in Italia si è raggiunto da troppo tempo il fondo culturale e questa è solo una delle tante dimostrazioni di questa sconcertante e sconvolgente situazione. Non si fanno queste cose o, perlomeno, non si dovrebbero fare, ma a chi parliamo? A dei sordi che hanno da tempo svenduto la dignità per la pagnotta.
La tesi poi dell’autore del libretto, secondo cui Moro non puntava a far entrare il PCI nel Governo, è quantomento risibile. Più che storia questa è ucronia. Bravo il signore del primo intervento dal pubblico! Almeno chi ascolta ha ancora più intendimento di chi discetta dal podio.