Thursday, January 21, 2010
Perché proprio l´undici di settembre?
Meraviglia come, nonostante la pletora di esperti, cattedratici, prosatori, parlatori e consiglieri vari di cui le televisioni e le amministrazioni abbondano nessuno, in particolare dopo l´attentato in Spagna dell´11 marzo, si sia accorto che tali date (11 settembre e 11 marzo) non sono casuali e se, i vari Servizi di spionaggio e controspionaggio avessero degli esperti più competenti forse potrebbero anche capire di più e meglio la perversa mentalità che si cela dietro questi attentati.
Questi fanatici che si suicidano contro dei grattacieli oppure fanno esplodere treni e quant´altro agiscono, al di là delle loro intenzioni politiche, anche secondo una visione mitica della realtà ove il loro concetto di religione gioca un ruolo primario e fondamentale. Questo ci porta direttamente alle due date in questione: se il primo attentato di New York poteva aver avuto casualmente luogo in quella data così non è per il secondo che ripete, ancora una volta, il numero undici. Secondo un´antica tradizione, ripresa anche da Schiller ne I Piccolomini, undici è il numero del peccato poiché “va oltre i dieci comandamenti”. Undici è anche il numero del peccatore e della penitenza – Petrus Bungus scriverà che questo numero non ha “alcun legame con le cose divine (…) nessun merito” e nel medioevo veniva letto come ad malam partem diversamente da ogni altro numero che, secondo la mistica medievale, possedeva sempre un lato buono. In alcune tradizioni islamiche vi è anche il ricordo della cosmogonia babilonese e, in questo caso particolare, della lotta di Tiamat e degli undici mostri del caos che lo aiutano nella sua lotta contro gli dèi. Si potrebbe certo scrivere a lungo in proposito, ma i pochi esempi citati mostrano che questi gruppi, scegliendo tale numero, volessero proprio inviare anche un messaggio tra le righe - poiché essi ritengono di essere inviati da poenze sovraterrene (e forse lo sono pure, ma non di quelle che credono loro), allora vogliono anche connotare i loro atti come una sorta di mandato divino che, attraverso il loro agire efferato, punisce l´America o la Spagna per i loro peccati, proprio nell’undicesimo giorno che, nella loro simbologia, indica il peccato.
Chissà perché ogni volta che qualcuno ritiene che l’Eterno stia politicamente dalla sua parte l´unica cosa che questa singolare convinzione produce sono morti e miserie. Paradossi della bestia umana.
Sergio Caldarella