Trovare un
significato vuol anche dire accedere a nuove visioni, scoprire nuove porte dove
si credeva vi fossero solo mura e filo spinato. L’incapacità di accorgersi
delle tante chiavi del significato avvolge il mondo in una luce oscura da cui
non traspare nessuna vita. Rigida e ferma nel vuoto è l’esistenza che non contempla
e non afferra lo svolazzare delle farfalle che si librano dalle rose del vero.
Se ogni nuovo significato è una nuova porta, allora ogni nuovo pensiero è una nuova
chiave. Così, accanto all’andare del mondo, c’è anche l’andare del tempo e
scindere la vita dal suo trascorrere significa perderne le chiavi.
Tutto ciò che è
nel colore contiene anche la luce, come tutto ciò che è nel bello contiene
anche l’amore. La porta non può essere scissa dalla sua chiave e l’abbraccio
non sa come tollerare l’assenza dell’amata. Troppo si perde giudicando il mondo
solo dal suo apparire: per vedere davvero bisogna dapprima saper imparare a
guardare.
Chi disconosce i
ricami delle libellule sulle acque non può intendere la lingua dell’intangibile
e delle combinazioni tra gli eventi, né leggere attraverso le coincidenze di
cui è prodigo lo spartito della vita. Chi aspetta e pensa di sapere cosa
aspettarsi ancora non sa cosa aspetta. Infiniti sono i sentieri della sera, ma
una sola è la traccia lasciata dalle lucciole.
(Tratto da: Sergio Caldarella, La traccia delle lucciole, in “Poetando. Rassegna di autori contemporanei per il nuovo anno a cura di G. Franti”, Roma 2012, p. 97)