Il 18 novembre
2012 il docente universitario Piergiorgio Odifreddi ha pubblicato, sul blog di Repubblica, un commento
in cui accusava lo Stato d’Israele di essere “Dieci volte peggio dei nazisti”.
L’articolo è stato cancellato il giorno dopo dalla redazione (ancora
visibile su: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/20/repubblica-cancella-post-di-odifreddi-lui-lascia-meglio-fermarsi/419844/)
dando adesso al professorino anche l’opportunità di atteggiarsi a martire della
libertà. Quanto ha scritto Odifreddi, pur non essendo nuovo né originale,
tratta dei soliti preconcetti triti e ritriti pappagallescamente ripetuti, da
tempo, in certi ambienti ideologizzati, in circoli e bar di estrema destra o di
estrema sinistra, con l’aggiunta di un flair pseudointellettuale che rende l’argomentazione
ancor più insidiosa. Singolare coincidenza che, quando si tratta di Israele,
estrema destra ed estrema sinistra tendano quasi sempre ad incontrarsi. Un
tizio il quale insegna logica in questa e quella università dovrebbe, almeno in
teoria, avere una certa dimestichezza proprio con quella logica di cui ama
fregiarsi, almeno quella elementare. Eppure, nel suo commento di neppure una
pagina, sprofonda invece in paralogismi e non
sequitur a tutto tondo. Partiamo dalla comparazione con cui l’Odifreddi
discetta di “logica nazista delle Fosse Ardeatine”. Se uno ci pensa un attimo,
e magari non scrive come parla, si accorge che nell’eccidio delle Fosse
Ardeatine non c’è proprio nessuna “logica”, ma si tratta di una rappresaglia
criminale nazi-fascista e basta (è necessario ricordare che furono anche i
fascisti a mettersi a disposizione dell’invasore). Nella rappresaglia non c’è e
non c’è mai stata alcuna “logica” se non quella parlata, caro professorino di
logica! Nell’eccidio delle Ardeatine, così come in ogni altro crimine, c’è
sicuramente una forma mentis brutale
ed una mostruosa determinazione criminale, ma questa non ha una “logica”, né l’ha
mai avuta nella storia. L’orrore ha il solo volto dell’orrore sia esso
follia o umana abiezione. Il fatto che, a posteriori, si studi l’orrore
attraverso metodi logici e sistematici, non significa, né implica, che l’orrore
abbia una logica per se. Uno dei primi doveri degli uomini di logica, anche
quelli che insegnano per concorso pubblico, dovrebbe proprio esser quello di
chiarire e non di confondere.
E’ comprensibile
come nel linguaggio parlato si possano utilizzare in maniera
interscambiabile termini quali “utile”, “profitto” o “guadagno”, ma se un
contabile dovesse mettere in un bilancio “profitti” e “utili” come se
fossero la stessa cosa, andrebbe dritto in galera, allora perché uno che la
logica la dovrebbe insegnare può utilizzare questo termine e le sue comparazioni possibili in maniera talmente disinvolta
ed erronea? Ma andiamo oltre: le maestre di una volta spiegavano che non si
devono mettere insieme capre e cavoli, ma forse il Nostro geniaccio preclaro e
precocissimo non era particolarmente attento a quello che gli dicevano le povere
maestre né ad ogni altra osservazione di semplice ragionevolezza. Ad un certo
punto di questa sua fulgida carriera accademica avrebbe però dovuto imparare
che la comparabilità tra incomparabili è proprio uno dei vizi di ragionamento
più elementari, uno dei tanti idola
con i quali si intrattengono oggi in molti.
Nel suo pesante
bagaglio di vecchie nozioni il professorino tiene anche la lex talionis (occhio per occhio dente per dente), quale principio
di reciprocità letterale ed assoluto! Sembra che il Nostro sia rimasto
concettualmente fermo ai tribunali dell’Inquisizione ed al catechismo
tridentino! Al poveretto, nonostante il suo solito vaneggiare antiteologico,
non sarà forse capitato di leggere qualche commento biblico contemporaneo, non
avrà mai sentito parlare del metodo storico critico né gli sarà capitato di
ascoltare la conferenza di qualche rabbino che gli avrebbe magari potuto
spiegare che questo principio biblico, tra gli altri, non può esser letto in maniera brutalmente
letterale, ma si trova forse più vicino al redde
rationem che non all’accecamento dei contendenti. Ma anche queste sono
sottigliezze che non possono che sfuggire ad una mente talmente acuta e capace
di elevarsi così al di sopra del mondo da non vederlo più e scorgervi, in vece,
solo il suo faccione onnipossente che discrimina tra bene e male come se fossero
giocattoli nelle mani dell’arbitrio dell’ego. Ma questo è un vizio che
appartiene profondamente alla hybris
contemporanea e Odifreddi, come altri, fa di questa hybris una bandiera di verità ed una misura di vita.
Il titolo dell’articolo
è: “dieci volte peggio dei nazisti” e perché proprio dieci volte? Sarà stata
una scelta del redattore notturno di Repubblica preso da un colpo di sonno? Ma
perché non cinque, quindici, centottanta o quarantadue? Ancora il linguaggio
parlato? Solo perché abbiamo dieci dita e viviamo in un sistema decimale e
allora il dieci ci appare come un bel numero? Per uno che si dice matematico
queste osservazioni dovrebbero avere senso e non dovrebbe sparare numeri e
concetti a caso. Per uno che si dice matematico...
Nessuna mente
capace di leggere la storia e non obnubilata da pregiudizi antichi metterebbe
mai insieme, razionalmente, eventi come la Shoa ed un’operazione militare, per
quanto tale intervento possa non piacergli. Dissentire non significa
oltraggiare almeno due volte la memoria delle vittime di uno tra i più
mostruosi crimini della storia. Con una mano oltraggia le vittime e con l’altra
oltraggia i sopravvissuti perché, se il professorino ricorda
bene la storia, saprà che la costituzione dello Stato d’Israele è, purtroppo,
anche una conseguenza di quel genocidio in cui si provò a sterminare per intero
gli ebrei d’Europa!
Fortunatamente la
storia non si fa con le passioni, ma con la comprensione, mentre la cronaca la
fanno proprio questi signori imbellettati e imbevuti di mezze certezze. Magari
uno di questi giorni il nostro professorino proporrà una ristampa anastatica
dei Protocolli o una riedizione di
certi numeri dello Stürmer, tanto per
non farsi mancar nulla. Oggi, del resto, per credersi bravi, basta solo
ripetere quello che tutti gli altri ripetono. Oltre alla sua volgarità morale e
razionale il fatto forse più strabiliante dell’intero articolo di Odifreddi è che a questo
signorino non solo gli fanno insegnare logica, ma viene anche considerato come uno
tra quelli capaci! Non voglio proprio provare ad immaginare cosa saranno quelli
meno capaci...