
È un antico stratagemma maligno quello
di coloro i quali, non avendo nulla da ribattere al ragionamento, attaccano veementemente
il ragionatore, tanto per trovare una giustificazione alla loro rabbia e, al
tempo stesso, sviare l’attenzione dal tema che egli propone: si ne peut détruire le raisonnement detruit
le résonateur. Questa struttura dell’argumentum
ad hominem, sempre calunnioso per chi lo riceve ed avvilente per chi lo
propone, è ancora peggiore quando viene utilizzata nei confronti di persone la
cui dirittura morale ed intellettuale non può di certo venir messa in
discussione da un qualunque asinello alla tastiera che, tra l’altro, ignora
totalmente anche le regole di citazione più elementari. Questi signori infatti,
presi dal loro furore “geovista”, scrivono: “Vedremo come il testo presentato
dall'apostata contiene puntini..che omettono parti significative..” (sic).
Chiaramente, non essendo costoro avvezzi alla scrittura, ignorano che
l’inserimento dei puntini di sospensione in un testo è una regola basilare per presentare
qualunque citazione in cui venga omessa una parte del testo ritenuta verbosa o
non rilevante per il discorso portato avanti. L’intento di Sergio Pollina non
era certamente censorio verso l’articolo riferito, che infatti citava, rendendo
così possibile, per chiunque voglia approfondire il tema, di rintracciare il
testo originale; come dicevamo, regole di scrittura elementari, nulla di
trascendentale né su cui scomporsi come fanno i detrattori del saggio. Nel loro
testo sgrammaticato e violento questi signori che hanno vergato questa
fetecchia di attacco, capaci di gettare veleni, ma evidentemente incapaci di
firmarsi con il loro vero nome, aggiungono poi en passant l’attribuzione di “apostata” ad una persona alla quale, questi
boriosi incapaci al servizio della perfidia e della malignità, non potrebbero avere
neppure l’onore di lustrare le scarpe dopo una giornata di pioggia.
Non voglio abusare
del tempo altrui nel commentare ulteriormente un testo privo di alcuna dignità,
scrivo questa brevissima nota solo in virtù della profonda indignazione che
ogni individuo retto da principi propri dovrebbe provare di fronte alla
stoltezza ed alla malvagità che imperano e per manifestare la mia solidarietà e
stima nei confronti di Sergio Pollina, ingiustamente fatto oggetto degli strali
del bieco ragliare di asini incapaci di qualunque decenza, misura o autocensura.
Lev Tolstoj ha scritto: «Se le persone corrotte si uniscono fra loro per
costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso». La nostra, epoca
di strabiliante incultura favorisce, purtroppo, questo genere di attacchi nei
confronti di persone la cui opera dovrebbe, già di per sé, mostrarne il valore
e la credibilità. La storia personale e culturale di Sergio Pollina non ha
chiaramente bisogno di spiegazioni, né della mia modesta difesa e testimonia, di
per sé, il grande coraggio e impegno morale e sociale non comuni del Nostro
mentre, dall’altra parte, si devono tollerare i soliti cialtroni senza gloria e
senza storia che sputacchiano sentenze in un testo sgrammaticato e senza
fondamento battuto, forse, in qualche malaugurato scantinato senza neppure un
dizionario in forma abbreviata a portata di mano. Basta effettuare una ricerca in
internet per rendersi conto della qualità, impegno ed onestà nell’attività
d’informazione e di smascheramento dei movimenti settari compiuta da Sergio
Pollina in decenni di studi e ricerche su cui quattro pagliacci senza nome si
permettono di sindacare e commentare ex
cathedra insipiens. Sergio Pollina potrebbe certo ben starsene in disparte
senza bisogno di continuare la sua meritoria opera d’informazione sui movimenti
settari, ma questa sarebbe una scelta di comodo e, certamente, un’opzione che
confliggerebbe con la dirittura morale di quest’uomo e con il suo senso del
rigore e della giustizia. Non esagero per niente quando dico che il vero grande
problema del nostro mondo è che non ci sono abbastanza persone del calibro e
della qualità morale e intellettuale di Sergio Pollina e di fronte
all’ignoranza ed alla cialtroneria senza nome che crede di poter infangare il
nome di coloro che hanno a cuore la dignità e la decenza si può solo continuare
a rispondere: non praevalebunt!
Sergio Caldarella